I commercianti di corso San Giorgio lanciano l'allarme sul blocco dei lavori

TERAMO – Il blocco dei lavori nel terzo lotto di corso San Gorgio, provocati dal ritrovamento di reperti archeologici, mette in serio pericolo la sopravvivenza delle attività commerciali sulla via principale della città. E’ quanto denunciano i commercianti del Corso cittadino in una lettera inviata al sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi e alla Soprintendenza  archeologica d’Abruzzo. Antonio Topitti, a nome dei altri esercenti, sostiene che «la valenza culturale dei reperti storici in relazione alla memoria storica di ogni collettività è non più importante della sopravvivenza degli esseri umani: dietro le attività commerciali – dicono – ci sono titolari d’impresa con rispettive famiglie e dipendenti con rispettive famiglie i quali, tutti, hanno per naturale esigenza impegni quotidiani e mensili con scadenze fisse da soddisfare verso enti pubblici, istituti bancari, fornitori, proprietari dei locali nei quali si esercitano le attività». Da qui la richiesta di individuare una soluzione, al più presto, affinchè «i lavori in essere vengano ultimati entro i termini preventivati dal cronoprogramma. In particolare – prosegue Topitti – una particolare celerità la richiediamo ai Dirigenti regionali della Soprintendenza i quali, nel recente passato hanno già regalato alla città di Teramo brutture architettoniche», sia sul teatro romano a seguito della non-completa demolizione del cosiddetto Palazzo Adamoli, sia a Piazza Sant’Anna e in Largo Madonna delle Grazie. «Viste le esperienze passate – scrivono i commercianti – ci auguriamo che in corso San Giorgio non si prosegua con gli stessi metodi e risultanze. In ogni caso non resteremo impassibili dinanzi ai tempi biblici di decisione della Soprintendenza Regionale».